Introduzione alla comunicazione politica
Schema della lezione tenuta per il corso di Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa, docente prof. Grandi, Università di Bologna, 2 Dicembre 2002
Scarica questo documento in formato PDF (consigliato per chi lo volesse stampare)
Il
voto, la fiducia e il ruolo della comunicazione
Il
voto non è paragonabile a un acquisto
Poiché
i benefici del voto sono incerti e a lungo termine, il voto si può paragonare a
un investimento più che a un acquisto.
L’investimento
riguarda un bene collettivo non divisibile e non un bene privato, quindi
molti elettori non sentono il bisogno di raccogliere tutte le informazioni
necessarie per dare un voto pienamente informato e razionale: gli elettori
compiono scelte in condizioni di non perfetta informazione e spesso anche di
scarso coinvolgimento.
Il
voto è anche un atto espressivo, in cui si manifesta e si rispecchia la
propria posizione sociale e si affermano i valori in cui si crede: da questo
punto di vista non esiste voto “inutile”.
La
fiducia è uno scambio dilazionato, in cui un candidato chiede una
sanzione immediata (il voto) in cambio di benefici futuri spesso non prevedibili
(politiche pubbliche e loro risultati).
Con
la crisi delle ideologie e di molti partiti, gli elettori concentrano più
attenzione di prima sui candidati, e soprattutto sulle loro caratteristiche
personali in quanto possono fungere da indicatori che garantiscono la fiducia
che il candidato chiede.
L’importanza
che oggi assume la personalità del candidato è una conseguenza della necessità
degli elettori di farsi un’idea sulla sua competenza e fiducia.
La personalizzazione non è sempre un segno di banalizzazione della politica,
anche se lo può diventare.
A
cosa serve una campagna elettorale? Più che a informare i cittadini sulle varie
proposte e programmi, una campagna elettorale è in primo luogo una prova
in cui i candidati e specialmente i leader devono dimostrare il loro carattere
e dare prova di possedere i requisiti necessari per essere credibili. In secondo
luogo, una campagna elettorale è una lotta per la definizione dell’agenda
(agenda setting) dal momento che i
partiti e le coalizioni hanno vantaggi e svantaggi diversi a seconda dei temi
dominanti nella campagna e nell’opinione pubblica.
La
prospettiva da adottare è quella dell’elettore:
Il
marketing politico e le strategie di campagna elettorale
Fasi
strategiche della campagna elettorale
1)
Analisi della situazione
politica
a.
Fattori interni:
i.
Caratteristiche
del candidato, sua personalità e storia politico-professionale, suoi punti di
forza e debolezze.
b.
Fattori esterni:
i.
Caratteristiche
degli avversari del candidato, loro scelte di posizionamento, loro punti di
forza e debolezze.
ii.
Caratteristiche
contestuali: sistema elettorale e variabili massmediatiche.
iii.
Caratteristiche
dell’elettorato: stato dell’opinione pubblica, Right track/Wrong track, temi preminenti nell’agenda dei media e
del pubblico, soddisfazione dell’elettorato, aspettative dell’elettorato,
partecipazione al voto prevista.
2)
Elaborazione della strategia
a.
Candidate
concept: quali sono secondo il
candidato le motivazioni per cui gli elettori dovrebbero votarlo? Qual è il vantaggio
competitivo del candidato sugli avversari?
i.
Deve
essere essenziale, chiaro, esprimibile in poche parole (one-sentence argument).
ii.
Deve
differenziare nettamente il candidato dagli avversari.
iii.
Deve
essere coerente con la personalità del candidato e con la sua storia: credibilità.
iv.
Deve
essere ripetuto costantemente e ispirare tutte le comunicazioni e gli eventi
della campagna: ripetizione e coerenza sono nostri amici.
v.
Possibilità
di più concept purché non inficino
la coerenza del messaggio.
L’immagine
del candidato
·
Funzioni: 1) funge da quadro
interpretativo di tutte le azioni e discorsi del candidato; 2) consente di
formulare inferenze e crea aspettative sul comportamento futuro
del candidato.
·
Contrattualità e intertestualità,
concorrenza discorsiva.
·
È utile distinguere tra
i.
immagine
attesa
ii.
immagine
riscontrata
iii.
immagine
diffusa
b.
Agenda
setting: la campagna elettorale
non si vince facendo cambiare idea agli elettori, ma facendo sì che gli
elettori decidano avendo in mente temi su cui il candidato/partito/coalizione ha
un vantaggio competitivo riconosciuto (e storicamente stratificato) rispetto
agli avversari (issue ownership).
i.
Mass
media: definiscono il clima e le priorità, spesso in conseguenza della comparsa
di “storie” e “personaggi” esemplari più che di tendenze di fondo.
ii.
Clima di
opinione e priorità dei cittadini: influenzati dai media, ma spesso
relativamente autonomi (e ignorati: autoreferenzialità della politica).
iii.
Comunicazione
del candidato e temi della campagna elettorale: a volte sovvertono il vantaggio
del partito avversario (es. Berlusconi 2001, pensioni minime a 1 milione al
mese).
a.
Comunicazione del candidate
concept
i.
Coerenza
tra i vari messaggi.
ii.
Competenza
e fiducia sono le due caratteristiche fondamentali che gli elettori
cercano in un candidato/partito/coalizione. Devono essere presenti insieme per
rendere un candidato credibile.
b.
Piano di comunicazione
i.
Scelta
dei pubblici target: segmentazione del mercato in base ai bisogni, attenzione a
non promettere cose diverse a pubblici diversi.
ii.
Pianificazione
dei temi da proporre e del timing
1.
Pochi temi, su cui si detiene un
vantaggio competitivo.
2.
Elaborazione di talking
points su cui uniformare la comunicazione.
3.
“Ripetere, ripetere, ripetere”.
iii.
Costruzione
del mix di comunicazione
1.
Retail
campaigning/Wholesale campaigning, pseudo-eventi.
2.
Free
media/Paid media, messaggi di
massa/messaggi personalizzati.
3.
Supporto di gruppi e leader
d’opinione esterni: vantaggi e svantaggi.
Come
in tutte le campagne, chi riesce a proporre qualcosa di nuovo ha un vantaggio
sugli avversari (esempi: Clinton, Prodi, Berlusconi).
Le
scelte devono tenere conto delle capacità e delle disposizioni dei
candidati/partiti.
c.
Organizzazione: volontari o
professionisti (professionalizzazione della comunicazione politica, riduzione
del numero e del ruolo dei volontari), partiti di notabili e partiti di
iscritti.
d.
Raccolta di fondi
i.
La
campagna elettorale del 2000 negli Stati Uniti è costata, tra Presidenza e
Congresso, circa 3 miliardi di dollari.
ii.
Anche in
Italia si sta ponendo il problema della raccolta di denaro privato da spendere
nella campagna elettorale.
iii.
Opzioni: fat
cats o piccole contribuzioni individuali.
iv.
Problemi
etici.
v.
Paradosso:
sempre più denaro speso per sempre meno elettori.
e.
Invito al voto (get
out the vote)
i.
Incentivare
o disincentiare al voto?
ii.
Metodi
per incentivare: più legati alla presenza fisica sul territorio che alla
comunicazione massmediale, fiducia nel sistema politico, presenza associativa
sul territorio.
iii.
Metodi
per disincentivare: campagne elettorali soft,
understatement, anche comunicazione
negativa che deprime e allontana gli elettori.
Scarica questo documento in formato PDF (consigliato per chi lo volesse stampare)
Copyright 2002 Cristian Vaccari
c.vaccari@libero.it
Ultimo Aggiornamento: 2 Dicembre 2002