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Perché non siamo contenti della nostra democrazia (e cosa possiamo fare per migliorarla)

Premessa. L’Onorevole Garagnani di Forza Italia ha istituito, nel mese di Novembre 2001, un centralino per consentire a chi volesse di denunciare l’operato di professori che a lezione discutessero di politica criticando l’operato del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L’iniziativa ha (per fortuna) sollevato dure polemiche e una reazione intelligente e perentoria dei docenti, e le ovvie censure dell’opposizione di sinistra in città.

Un’iniziativa come quella di Garagnani mi sembra rivelatrice di un problema generale, di cui sono convinto che moltissime persone si rendano conto e soffrano. La nostra democrazia, e la classe dirigente che la guida, non ci rappresentano. Non rappresentano ciò che vogliamo dalla politica, non rappresentano ciò che siamo. Per molti versi, sembra che in Italia governino spesso le persone sbagliate, con metodi sbagliati.

Non si tratta, secondo me, di posizioni e pregiudizi politici. Non è che l’iniziativa di Garagnani non piaccia a me perché sono di una certa parrocchia politica e possa piacere a quelli della parrocchia politica di Garagnani. Sono sicuro che queste persone ci sono, e lo dimostra il fatto che qualche segnalazione è arrivata e qualche nome è finito sulla lista nera dei prof antiberlusconiani. Il problema è un altro. In democrazia, certe cose non si fanno, anche se (e non è auspicabile) ci sono tante persone a cui quelle cose vanno bene.

Potrei fare tanti esempi di episodi tristi come quello, tutto sommato circoscritto, e spero ormai morituro, di Garagnani. Non li faccio perché non sono abbastanza imparziale e informato da poter citare obbrobri di destra e di sinistra in numero eguale, e finirei col citare solo le “Berlusconate” che tutti conoscono, ma che evidentemente non bastano a far cambiare idea alla maggioranza degli italiani su Berlusconi (il falso in bilancio, le rogatorie, la guerra ai magistrati e via andare). Non mi interessa criticare (demonizzare?) Berlusconi. Mi interessa capire perché i politici italiani, o almeno la maggioranza di loro, si permettono atti e comportamenti ingiustificabili, impresentabili, incomprensibili, antidemocratici. Come, appunto, istituire un centralino-spia contro la libera docenza. Comportamenti che sono sintomo di un semplice fatto: alcuni politici italiani non si sentono responsabili di fronte all’opinione pubblica, quindi fanno letteralmente quello che gli pare, senza alcun timore di sanzioni, prima fra tutte la non rielezione.

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Copyright 2001 Cristian Vaccari
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Ultimo Aggiornamento: 2 Dicembre  2001