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Ascoltiamo Gino Strada?

La trasmissione

La formula adottata è stata uno dei classici del Costanzo Show, l’”Uno contro tutti”. Solitamente questa formula si addice a presentare a tutto tondo personaggi molto noti e interessanti, capaci di dare risposte argute e interessanti a domande di vario genere, oppure a mettere alla prova personaggi controversi, alle cui idee e comportamenti si possono muovere molte obiezioni.

Una formula piuttosto appropriata per Gino Strada, ma qui entra in gioco un problema di tecnica di gestione della trasmissione. Nell’”Uno contro tutti” coloro che pongono le domande sono altrettanto importanti di chi risponde, e infatti di solito la redazione di Costanzo invita giornalisti e personaggi più o meno noti. Di solito queste persone siedono in prima fila in platea e il loro compito è semplice: porre domande e interagire con l’ospite principale.

In questo caso tuttavia l’”Uno contro tutti” si è ben presto trasformato in un “Tutti contro tutti”.

Costanzo e la sua redazione hanno invitato ben tredici personalità a rivolgere domande a Gino Strada, e le hanno collocate non in prima fila in platea, ma sul palco, in due ordini di posti a sedere ai lati di Gino Strada. Gli ospiti scelti, inoltre, racchiudevano al loro interno personaggi di spiccata vis polemica, come Vauro (storico vignettista de Il Manifesto) o Anselma Dall’Olio (giornalista e moglie di Giulia no Ferrara), che tra l’altro, neanche a farlo apposta, erano seduti uno di fianco all’altro, più alcuni importanti esponenti del centrosinistra (Livia Turco, Giovanna Meandri e Rosy Bindi), alcuni giornalisti molto noti (Vittorio Feltri, Lucia Annunziata e Massimo Teodori), l’ex ministro degli esteri Giovanni De Michelis, il segretario del Partito Radicale Daniele Capezzone, il cantante (ed ex senatore della Sinistra Indipendente) Gino Paoli con la figlia Amanda Sandrelli, un giovane e semisconosciuto parlamentare leghista (Guido Giuseppe Rossi).

Per gran parte della trasmissione, queste persone hanno interagito più tra di loro che con Gino Strada,”beccandosi” continuamente, interrompendosi, rompendo continuamente (e senza che Costanzo si sforzasse di riportare ordine) le pur non esigentissime regole del format. Più che con Gino Strada, gli ospiti hanno discusso tra di loro, tanto che molte volte Strada è dovuto intervenire chiedendo “Ma la mia risposta vi interessa ancora o volete parlare d’altro?” Con il risultato che invece di conoscere meglio Gino Strada, il pubblico ne ha sentito dibattere le idee in un dialogo sterile, quasi sempre ideologico (infatti Sebastiano Messina su Repubblica del 13 Novembre scrive che non si dovrebbero mettere sullo stesso palcoscenico persone che in tema di guerra parlano linguaggi diversi), con domande accennate e subito interrotte, con risposte smozzicate da parte di Strada che più che parare i colpi che riceveva doveva sforzarsi di sentire le domande che gli venivano rivolte,  sovrastato dal boato cacofonico dei battibecchi incrociati degli “intervistatori”.

Non penso che un conduttore navigato e di successo come Maurizio Costanzo e la sua competente ed esperta redazione si siano lasciati sfuggire di mano la situazione, che abbiano sbagliato a costruire la puntata (la redazione) e a condurla (Costanzo). Tutt’altro. È evidente che era proprio nelle intenzioni di chi ha progettato e gestito la trasmissione che l’Uno contro tutti si trasformasse in un Tutti contro tutti. È un esempio, lampante e a mio parere inquietante, di come la televisioni oggi macini e trasformi in spettacolo di basso profilo e povero di reali contenuti tutto quello che inghiotte.

La trasmissione --- Telepolitica 2.0 --- Una riflessione su Gino Strada 

Copyright 2001 Cristian Vaccari
c.vaccari@libero.it
Ultimo Aggiornamento:
14 Novembre 2002